Ai Campi Flegrei la sismicità si sta concentrando in un'area
Segnale della formazione o della riattivazione di una faglia
A partire dal 202 i terremoti che avvengono nei Campi Flegrei sono passati da una microsismicità diffusa in tutta la caldera a una distribuzione concentrata in un'area precisa della crosta. Un camiamento che veiene interpretato dai sismologi come il segnale che indica la formazione di una nuova faglia oppure la riattivazione di una vecchia faglia. Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment, frutto della collaborazione tra l'Università Roma Tre e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il cambiamento spiegherebbe inoltre l'aumento della frequenza e dell'intensità dei terremoti negli ultimi anni. "Il fenomeno osservato è fondamentale per spiegare la localizzazione e i meccanismi dei terremoti - dice Guido Giordano, professore all'Università Roma Tre e coordinatore della ricerca - e suggerisce che il comportamento della crosta sia cambiato nel tempo. Questo può avere implicazioni rilevanti non solo per il potenziamento del monitoraggio, ma anche per la definizione della massima magnitudo attesa". Lo studio si inserisce nel solco di altre ricerche indipendenti che avevano già evidenziato un cambiamento nella relazione tra frequenza della sismicità e intensità del sollevamento del suolo. "La nostra indagine - sottolinea Francesca Bianco, dirigente di ricerca dell'Ingv e co-autrice dello studio - ha beneficiato di un'enorme quantità di dati sperimentali di alta qualità, analizzati con metodologie innovative. Anche in questo caso - aggiunge Bianco - il connubio tra monitoraggio e ricerca scientifica si è rivelato essenziale per acquisire nuove conoscenze sui processi in corso ai Campi Flegrei".
王-A.Wong--THT-士蔑報